Plastica vietata dal 2021: iniziamo dai reparti ortofrutta

Platica vietata dal 2021: iniziamo dai reparti ortofrutta
Anche i più refrattari ai cambiamenti delle proprie abitudini ormai l’hanno capito: la plastica sta soffocando il pianeta e dobbiamo iniziare a farne sempre di più a meno. Anche al supermercato: tutti ricordiamo la polemica legata ai sacchetti compostabili obbligatori, ma cosa succederebbe se non ci fosse più bisogno degli imballaggi?
L’iniziativa è partita dalla Nuova Zelanda, dove una catena di supermercati ha deciso di eliminare in toto gli imballaggi dal reparto ortofrutta: la merce è esposta sul banco senza nessuna copertura ed è costantemente irrigata con una lieve pioggerellina d’acqua che la mantiene fresca.
Ovviamente in alcuni casi è necessario l’imballaggio: in quel caso deve essere riciclabile al 100%.
La vera notizia è che da quando ha iniziato con questa politica, la catena di GDO ha registrato un aumento delle vendite del 300%: pionieri del settore sono stati gli Stati Uniti, dove la catena Whole Foods adotta questo sistema già da qualche anno.
La frutta e la verdura si conservano meglio, sembrano e sono più fresche: sta poi al consumatore continuare la catena virtuosa e scegliere sporte e borse riuilizzabili e riciclabili per portare a casa la merce acquistata.
In Europa alcuni tipi di plastica usa e getta saranno fuori legge a partire dal 2021: forse potrebbero rientrare nella categoria anche gli imballaggi “superflui” nel reparto ortofrutta, come quelli applicati a prodotti con la buccia come banane, arance e via discorrendo.
Intanto ad Amsterdam, a due passi da noi, c’è già il primo supermercato senza plastica: si chiama Ekoplaza ed ha aperto a marzo del 2018. In tutto il punto vendita non c’è traccia di plastica: solo vetro, metallo e materiali compostabili. Se l’esperimento andrà bene, Ekoplaza conta di aprire molti altri punti vendita, in Europa e nel mondo.
In Italia il sito greenme.it lanciò, sempre all’inizio del 2018, la campagna #svestilafrutta e registrò moltissime adesioni: il tema è sentito anche nel nostro paese, manca solo una regolamentazione definitiva.
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